15 aprile 2012

E ora dove andiamo?



In un paese in una zona montuosa del Medioriente la piccolo comunità è divisa tra musulmani e cattolici. Se gli uomini sono spesso pronti alla rissa tra opposte fazioni le donne, tra cui spiccano le figure di Amale, Takla, Yvonne, Afaf e Saydeh sono invece solidali nel cercare di distogliere mariti e figli dal desiderio di trasformare i pregiudizi in violenza. Non tralasciano alcun mezzo in questa loro missione, ivi compreso far piangere sangue a una statua della Madonna o far arrivare in paese delle ballerine da avanspettacolo dell'Europa dell'Est affinché i maschi siano attratti da loro più che dal ricorso alle armi. Si arriva però, nonostante tutto, a un punto di tensione tale in cui ogni tentativo di pacificazione sembra ormai inutile. Nadine Labaki torna ad affrontare con stile diverso ma con intatta (se non addirittura maggiore) efficacia il tema che sembra maggiormente starle a cuore: la convivenza tra esseri umani che professano una religiosità diversa. Le donne che racconta hanno i loro cedimenti, le loro rivalità, le loro invidie ma sanno però, ogni volta, ritrovare quella ragionevolezza che gli uomini sembrano sempre pronti a perdere cedendo a provocazioni spesso infantili. Labaki dirige un film che ha la leggerezza che è propria di chi ha scavato nel profondo di un'intolleranza che non è più 'tollerabile'. Se lo slogan del '68 "una risata vi seppellirà" ha perso la sua efficacia forse un sorriso può avere ancora la forza di erodere il cancro dell'integralismo (Mymovies.it).

1 aprile 2012

La dama y la muerte


Il delicatissimo tema dell'incontro con la morte disegnato con acuta sensibilitá e graffiante senso critico in un cortometraggio di sublime intensitá. Il rispetto della vita umana non é un concetto astratto, ma passa attraverso il riconoscimento della volontá di ogni singolo individuo. La vita umana é imprescindibilmente legata alla persona i cui desideri sono degni della massima considerazione fintanto che rientrino nei limiti della legalitá.
Uno Stato non è veramente democratico se non è a servizio dell’uomo, se non ha come fine supremo la dignità, la libertà, l’autonomia della persona umana, se non è rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali la persona umana liberamente si svolge e nelle quali essa integra la propria personalità”. Questa é l'idea di Stato coltivata dal giovane costituente di soli 29 anni, Aldo Moro.

                                 CARTA DEI DIRITTI DEI MORENTI
  1. Il morente ha il diritto di essere considerato persona sino alla morte
  2. Ha il diritto di essere informato, se lo desidera, sulle sue condizioni
  3. Ha il diritto di non essere ingannato e di ricevere risposte veritiere
  4. Ha il diritto di partecipare alle decisioni che lo riguardano e al rispetto della sua volontà
  5. Ha il diritto a trattamenti che lo sollevino dal dolore e dalla sofferenza
  6. Ha il diritto a cure e assistenza continue, nell'ambiente desiderato
  7. Ha diritto di non subire trattamenti che prolunghino l'attesa della morte
  8. Ha il diritto di esprimere le proprie emozioni
  9. Ha il diritto all'aiuto psicologico e al conforto spirituale, secondo le sue convinzioni e la sua fede
  10. Ha il diritto alla vicinanza dei suoi cari
  11. Ha il diritto a non morire nell'isolamento e nella solitudine
  12. Ha il diritto di morire in pace e con dignità