Mentre il re Mohammed Zahir Shah si trovava in Italia (sotto il suo regno l'Afghanistan visse uno dei periodi più lunghi di stabilità, non partecipò alla seconda guerra mondiale né si allineò con i blocchi di potere durante la guerra fredda) il 17 luglio 1973 suo cugino ed ex primo ministro, Mohammed Daud Khan, organizzò un golpe incruento e scrisse la parola fine sulla monarchia in Afghanistan. Il Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (PDPA), d'ispirazione marxista-leninista, rovesciò il governo di Mohammed Daud Khan il 27 aprile 1978, con un colpo di stato, la cosiddetta Rivoluzione d'aprile, e diede vita alla Repubblica Democratica dell'Afghanistan governata dal leader del partito, Nur Mohammad Taraki. Taraki avviò una serie di riforme in senso socialista nel paese tra le quali la riforma agraria e la laicizzazione forzata della società afgana, con l'obbligo ad esempio per gli uomini di radersi la barba mentre per le donne venne riconosciuto il diritto di voto e di istruzione obbligatoria nonché imposto il divieto di indossare il burqa e di essere oggetto di scambio economico nei matrimoni combinati. Queste riforme si scontrarono fortemente con le autorità religiose locali e tribali che si opposero alle politiche di Taraki. Nel mese di settembre 1979 inoltre Taraki venne assassinato, su ordine del suo vice primo ministro Hafizullah Amin, il quale lo sostituì alla guida del paese. L'URSS non si fidò di Amin, sospettato di legami con la CIA, e decise di invadere il paese, anche a seguito di un aumento delle rivolte e del conseguente rischio di destabilizzazione della zona. L'Armata rossa entrò a Kabul il 27 dicembre 1979 e mise al potere Babrak Karmal. La guerra con i mujaheddin, finanziati anche dagli Stati Uniti, fu lunga e cruenta e terminò con l'abbandono del paese da parte dei sovietici nel febbraio 1989. La Repubblica Islamica dell'Afghanistan fu proclamata il 17 aprile 1992. Il fronte dei Mujaheddin si dimostrò comunque molto frammentato e disunito e ciò consentì, dal 1996 al 2001, la presa del potere da parte della fazione dei talebani, salvo che in alcuni territori settentrionali controllati dall'Alleanza del Nord dei restanti mujahidin anti-talebani, guidati dal comandante Ahmad Shah Massoud. I Talebani applicarono al paese una versione estrema della shari'a e ogni deviazione dalla loro legge venne punita con estrema ferocia. Emblematica fu la cattura dell'ultimo presidente della repubblica democratica afgana Mohammad Najibullah direttamente dal palazzo delle Nazioni Unite, dove era rifugiato. Fu un omicidio premeditato, compiuto allo scopo di terrorizzare la popolazione: i talebani arrivano all'alloggio di Najibullah intorno all'una di notte, tramortiscono lui e il fratello, li caricano su una camionetta portandoli nel palazzo presidenziale oscurato. Qui evirano Najibullah, lo legano dietro una jeep trascinandolo per varie volte intorno al palazzo, poi lo finiscono con una pallottola. Suo fratello è torturato allo stesso modo e poi strangolato. I due cadaveri vengono appesi a una garitta di cemento davanti al palazzo a pochi isolati dal complesso dell'ONU (Fonte Wikipedia).
L'esercito degli Stati Uniti d'America è ormai per definizione un elemento destabilizzante (basti pensare al modo come reclutano i loro soldati, nei luoghi più disagiati d'America, promettendo a giovani disorientati che vivono ai limiti della sopravvivenza un futuro migliore). Un esercito che può esistere solo grazie ad una capillare strutturazione gerarchica della società, perfettamente riuscita e tristemente premeditata. Devono andarsene dall'Afghanistan. Spero solo che la diffusa antipatia nei confronti degli USA (peraltro ampiamente condivisa dal sottoscritto) non conduca qualcuno a simpatizzare per il regime talebano che in nome della shari'a ha compiuto atrocità inimmaginabili.
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