In un paese in una zona montuosa del Medioriente la
piccolo comunità è divisa tra musulmani e cattolici. Se gli uomini sono spesso
pronti alla rissa tra opposte fazioni le donne, tra cui spiccano le figure di
Amale, Takla, Yvonne, Afaf e Saydeh sono invece solidali nel cercare di
distogliere mariti e figli dal desiderio di trasformare i pregiudizi in
violenza. Non tralasciano alcun mezzo in questa loro missione, ivi compreso far
piangere sangue a una statua della Madonna o far arrivare in paese delle
ballerine da avanspettacolo dell'Europa dell'Est affinché i maschi siano
attratti da loro più che dal ricorso alle armi. Si arriva però, nonostante
tutto, a un punto di tensione tale in cui ogni tentativo di pacificazione
sembra ormai inutile. Nadine Labaki torna ad affrontare con stile diverso ma
con intatta (se non addirittura maggiore) efficacia il tema che sembra
maggiormente starle a cuore: la convivenza tra esseri umani che professano una
religiosità diversa. Le donne che racconta hanno i loro cedimenti, le loro
rivalità, le loro invidie ma sanno però, ogni volta, ritrovare quella
ragionevolezza che gli uomini sembrano sempre pronti a perdere cedendo a
provocazioni spesso infantili. Labaki dirige un film che ha la leggerezza che è
propria di chi ha scavato nel profondo di un'intolleranza che non è più
'tollerabile'. Se lo slogan del '68 "una risata vi seppellirà" ha
perso la sua efficacia forse un sorriso può avere ancora la forza di erodere il
cancro dell'integralismo (Mymovies.it).
15 aprile 2012
1 aprile 2012
La dama y la muerte
Il delicatissimo tema dell'incontro
con la morte disegnato con acuta sensibilitá e graffiante senso critico in un
cortometraggio di sublime intensitá. Il rispetto della vita umana non é un
concetto astratto, ma passa attraverso il riconoscimento della volontá di ogni
singolo individuo. La vita umana é imprescindibilmente legata alla persona i
cui desideri sono degni della massima considerazione fintanto che rientrino nei
limiti della legalitá.
“Uno Stato
non è veramente democratico se non è a servizio dell’uomo, se non ha come
fine supremo la dignità, la libertà, l’autonomia della persona umana, se non è
rispettoso di quelle formazioni sociali nelle quali la persona umana
liberamente si svolge e nelle quali essa integra la propria personalità”. Questa é l'idea di
Stato coltivata dal giovane costituente di soli 29 anni, Aldo Moro.
- Il morente ha il diritto di essere considerato persona sino alla morte
- Ha il diritto di essere informato, se lo desidera, sulle sue condizioni
- Ha il diritto di non essere ingannato e di ricevere risposte veritiere
- Ha il diritto di partecipare alle decisioni che lo riguardano e al rispetto della sua volontà
- Ha il diritto a trattamenti che lo sollevino dal dolore e dalla sofferenza
- Ha il diritto a cure e assistenza continue, nell'ambiente desiderato
- Ha diritto di non subire trattamenti che prolunghino l'attesa della morte
- Ha il diritto di esprimere le proprie emozioni
- Ha il diritto all'aiuto psicologico e al conforto spirituale, secondo le sue convinzioni e la sua fede
- Ha il diritto alla vicinanza dei suoi cari
- Ha il diritto a non morire nell'isolamento e nella solitudine
- Ha il diritto di morire in pace e con dignità
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