Non ci sono parole per descrivere l'esibizione di Adriano Celentano a Sanremo. Ha sicuramente superato ogni aspettativa toccando temi molto delicati con tono estremamente deciso e senza usare mezzi termini. Un modo di esprimersi a cui nel nostro paese non siamo per nulla abituati. Mi è parso molto triste e ingiusto il titolo del fatto quotidiano "monologo contro tutto e tutti" l'unico giornale che consulto in rete non ricevendo alcun tipo di finanziamento pubblico. La selezionatissima platea dell'Ariston non è certo un campione credibile della popolazione e l'ovazione finale mi sembra più un atto doveroso e un po' ipocrita nei confronti di un artista unico e irripetibile, piuttosto che un gesto sentito. L'attacco alla chiesa era assolutamente legittimo e necessario. Forse un tempo il Vaticano aveva ancora interesse a preservare i suoi fedeli. Ma oggi non risulta minimamente scalfita dal suo attacco e il miracoloso patrimonio economico che attualmente detiene risulta assolutamente sufficiente per compensare qualsiasi perdita in termini di vite umane. Il patrimonio della Chiesa cresce ad un ritmo inversamente proporzionale al numero dei suoi fedeli. E questo è innegabile e meriterebbe riflessione. Altrettanto indispensabile è stata la ufficializzazione televisiva della perdita (speriamo temporanea) della sovranità dello Stato da parte dei cittadini, a favore di una cerchia di squallidi personaggi che si fanno chiamare politici, ma che invece assomigliano più alla corte di antiche monarchie. Certo il riferimento alla chiusura di alcuni giornali non è stato dei più felici ma per chi conosce il suo modo di esprimersi e soprattutto il suo pensiero non intacca minimamente il livello di un'esibizione eccezionale. Lunga vita ad Adriano Celentano e godetevi questo video da urlo.
Ho visto un po' di sanremo e in particolare ho seguito tutto l'intervento del molleggiato. Ha detto delle cose importanti sulle quali la televisione di stato e non solo tacciono...quindi, grazie Adriano. Ha detto anche delle cose che andavano argomentate meglio ma non poteva certo stare li a fare un seminario. Il Fatto è un giornale libero e quindi esercita il suo diritto di critica...qualche volta ci prende in pieno altre volte no, capita anche ai migliori! Il fatto più grave che ha ricordato il ragazzo della via Gluck mi è parso il problema del referendum...che si traduce più o meno in: siamo una democrazia, ma il popolo non conta nulla. Finanziamento pubblico ai partiti, legge elettorale, nucleare ecc...ormai abbiamo capito che l'istituto referendario va profondamente riformato...altrimenti rimane utile come scrivere sul muro e aspettare che l'intonaco ceda! Vi abbraccio!
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