19 febbraio 2011

Caro Gheddafi non ti scrivo per non disturbare...


Sarebbero almeno 84 le vittime degli scontri tra forze dell'ordine e manifestanti che da tre giorni infiammano la Libia. E' la cifra fornita dall'organizzazione umanitaria Human Rights Watch citando testimonianze di fonti mediche e di residenti. "Le autorità libiche devono porre fine immediatamente agli attacchi contro i manifestanti pacifici e proteggerli da gruppi antigovernativi", si legge in un comunicato dell'organizzazione umanitaria che ha sede a New York. La tv satellitare ha raccontato anche di proteste in aumento contro il colonnello Muammar Gheddafi. La Libia ha "bruscamente interrotto" l'accesso a internet alle 02.15 locali (le 1.15 in Italia), anche se le connessioni internet erano già molto disturbate ieri. A Bengasi, la situazione è particolarmente tesa. Secondo la Bbc parte dei soldati libici si sono uniti oggi in strada ai manifestanti. "I soldati sono cittadini di questo Paese e non possono combattere contro di noi", ha dichiarato uno dei dimostranti al sito della televisione britannica. Dopo le richieste da parte dell'opposizione di una presa di posizione da parte del governo italiano sulle violenze in Libia, il presidente del consiglio si dice preoccupato per ciò che sta accandendo nell'intera area. Non ho sentito Gheddafi, aggiunge: "La situazione è in evoluzione e quindi non mi permetto di disturbare nessuno" (Repubblica.it).
In poche parole dopo 3 giorni di scontri e decine di morti, da parte del governo italiano NON c'è stata ancora alcuna reazione ufficiale. Ma non abbiamo rapporti di collaborazione con la Libia? Il buffone di Arcore non ci ha regalato un trattato di amicizia con il quale l'Italia deve pagare alla Libia 5 miliardi di dollari? oltre all'umilazione di prostrarsi in nome dell'Italia innanzi ad uno dei più feroci dittatori della storia contemporanea. Non ci si comporta così con gli amici illustre Presidente del nulla, sono sicuro che il suo collega libico avrebbe tanto piacere di ricevere una sua telefonata e magari un piccolo contributo per reprimere la rivolta (Documentario "Come un uomo sulla terra").


Il video si conclude con le scioccanti dichiarazioni dell'ex sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, un uomo che sarà ricordato nella storia oltre che per la condanna per istigazione all'odio razziale anche per le sue ridotte facoltà mentali.

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