Mentre i riflettori sono puntati sulla Libia e sulle possibili conseguenze di un'azione di forza connessa con la risoluzione dell'Onu sulla tutela sella popolazione, la situazione è particolarmente tesa anche in altre aree del Nord-Africa e del Medio Oriente. Quarantuno manifestanti scesi in piazza nella capitale per chiedere la caduta del presidente Ali Abdallah Saleh, al potere da 32 anni, sono rimasti uccisi a Sanaa nello stato della Yemen durante gli scontri con la polizia. In Siria una manifestazione pacifica di decine di siriani è stata invece dispersa in mattinata dalle forze di sicurezza a Damasco, nei pressi della Grande moschea degli Omayydadi, nel cuore della città vecchia. Su Internet è stata indetta per oggi una mobilitazione «per la libertà» contro il regime baathista al potere da quasi mezzo secolo. Altro scenario quello del Bahrein, dove i manifestanti hanno invitato la popolazione a scendere in strada oggi per chiedere la deposizione della dinastia Al Khalifa, minoranza sunnita che domina un Paese a maggioranza sciita da circa due secoli, e per protestare contro gli «occupanti» (le truppe saudite e degli emirati sbarcate nel paese). In Arabia Saudita, dove re Abdallah ha deciso di adottare una strategia improntata sulla trattativa e non sulla repressione, i rappresentanti dell'opposizione hanno indetto la "marcia di un milione di persone" sfidando il bando sulle proteste di piazza. Oggi chiederanno al proprio esecutivo di ritarare le truppe dal Bahrein (Corriere della sera-Repubblica.it)
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