23 maggio 2012

Lotta contro la mafia a 5 stelle



Caro Beppe, mi chiamo Francesco e vivo con mia moglie a Madrid ma seguo con attenzione ed entusiasmo gli straordinari progressi del movimento che, se da un lato si rende sempre piú credibile, dall'altro rende sempre meno credibile la vecchia ridicola politica italiana del potere e della corruzione. Gli ultimi risultati sono sicuramente un grande successo ma evince un dato alquanto preoccupante. Risulta evidente che esiste una parte (la solita) d´Italia, alla quale sono peraltro molto legato affettivamente essendo napoletano, che non ce la sta facendo. E' giusto ragionare e gioire su dati nazionali perché l'Italia é una e tale deve rimanere (nonostante le sue profonde ma avvincenti diversitá), ma é impossibile non notare un'enorme difficoltá da parte del meridione a voltare pagina o perlomeno a prenderlo in considerazione.  La famosa pillola blu dalle mie parti é purtroppo ancora solo un miraggio. Il movimento 5 stelle propone uno Stato totalmente rinnovato e probabilmente noi del sud, abituati da sempre (sbagliando) a farne a meno, é come se avessimo prodotto degli anticorpi anti-Stato e preferissimo riporre le nostre aspettative nei vari signorotti locali che dominano la nostra vita, cercando di trarne seppur minimi ma immediati benefici. In poche parole il successo del movimento rischia di spaccare realmente e definitivamente l'Italia, altro che quella buffonata della Lega. L'ultima tornata elettorale ne ha marcato abbastanza chiaramente i confini. Esiste un'Italia che sta cercando di reagire, che poco a poco prende coscienza del fatto che la politica deve tornare direttamente nelle mani dei cittadini, che ha maggiore dimestichezza con i mezzi di informazione alternativi, ed un'altra, che va dal Lazio-Abruzzo inclusi e abbraccia tutto il meridione, ancora strettamente legata a quella cultura mafio-clientelare di cui la nostra terra é tragicamente impregnata. Provo profonda tristezza nel rendermi conto di quello che é diventata la lotta alla mafia dopo la morte dei magistrati Falcone e Borsellino e tanta amarezza nel constatare che un reale impegno contro la mafia farebbe perdere ad alcuni politici molti voti preziosi. Ed é qui che ancora una volta puó e deve distinguersi il movimento 5 stelle. Forse sono solo un illuso ma faccio parte di quella minoranza di italiani che ancora crede che la mafia puó essere sconfitta, e non per ingenuo ottimismo, ma perché ripongo una fiducia infinita nelle parole di quelle persone che l'hanno combattuta non per colpirla ma per distruggerla. Diceva Falcone: "la gente fa il tifo per noi". Lo stesso vale per il movimento, solo che in questo caso la gente non puó limitarsi a fare il tifo. Chiunque se lo desidera puó apportare il suo contributo semplicemente diffondendo il programma (ci sono persone che ancora non sanno neppure che il movimento ha un programma). Se si vuole realmente riunificare l'Italia non basta purtroppo vincere un mondiale o assistere all'auto-annientamento della Lega. Il solo modo per restituire dignitá al meridione e quindi unitá al Paese é una efficace lotta contro la cultura mafiosa. Ma tale processo ormai non puó piú partire da una politica troppo spesso collusa, sarebbe alquanto surreale. Qualcuno in Italia dovrebbe ricominciare a parlare seriamente di lotta alla mafia e mi piacerebbe tanto che fosse una voce proveniente dal movimento. Ho un sogno, vedere inserito fra i punti del programma l'impegno nella lotta contro la mafia. Ricominciare a sensibilizzare la popolazione sul fatto che la cultura mafio-clientelare in parte disprezzata, ma implicitamente accettata con il pretesto dello storico disinteresse da parte dello Stato, non é parte del nostro Dna. I cittadini onesti devono riappropiarsi della politica e questo nel sud d'Italia acquisisce un valore aggiunto perché la mafia senza il sostegno della politica é come un serpente senza testa. Ma nel sud si sa, "é tutto piú difficile".....ma perché porre limiti al movimento? Probabilmente bisogna solo adottare strategie differenti alla luce del fatto che il meridione ha prioritá peculiari che non é possibile ignorare. Ma é utopico pretendere che la gente costretta a convivere quotidianamente con la criminalitá organizzata possa dissociarsi nettamente ed attivamente da una mentalitá ormai radicata quando il nostro Parlamento continua ad essere un ricettacolo di delinquenti.    Fortunatamente i partiti stanno poco a poco tirando le cuoia e chi li vota cerca sempre piú di nascondersi dietro la segretezza della preferenza. Che il sud sia un mondo a parte lo dimostra l'anacronistico 27% a favore del Pdl registrato a Lecce dove il tempo sembra essersi fermato ai tempi in cui l'innominabile prometteva agli italiani di abolire l'ICI, nel frattempo pare che nulla sia accaduto....agghiacciante. É incredibile come il gruppo di Lecce, in un contesto cosí difficile, sia comunque riuscito a superare il 4%. Se la situazione non dovesse cambiare, il sud rischierebbe di diventare l'ultimo rifugio della vecchia politica (resa ancora piú dannosa da un legame sempre piú solido con le cosche mafiose), entrando in un vortice di autodistruzione che inevitabilmente metterebbe a serio rischio gli strepitosi successi ottenuti nel centro-nord. L'impegno é grande, ma anche il movimento 5 stelle ha dimostrato di essere altrettanto grande. Loro, i supertecnici del nulla, i parlamentari collusi con la mafia, gli sciacalli della politica non si arrenderanno mai, ma gli conviene? Noi neppure.

Proposta: 
Un meridione che si regge (per modo di dire) di economia sommersa ed attivitá controllate dalla criminalitá organizzata é impensabile. Il crimine non si potrá mai debellare completamente, ma le organizzazioni si possono abbattere una volta e per tutte (come diceva Falcone "la mafia avrá una fine"). É evidente che dalla morte di Borsellino l'impegno contro la mafia si é praticamente congelato e questo perché la mafia era ormai entrata talmente tanto nel cuore delle istituzioni che era impossibile immaginare che si smantellasse da sola. É indispensabile da subito un segnale forte da parte dello Stato. Il cittadino deve avere ben chiaro da che parte sono schierate le istituzioni. Ció é realizzabile agendo su due piani paralleli ma entrambi di fondamentale importanza. Da una parte fornendo strumenti legali sempre piú efficaci a quei magistrati che si trovano a dover affrontare un tale arduo compito. Dall'altra pianificando una decisa campagna di sensibilizzazione a livello mediatico che sproni la gente a rifiutare non solo la mafia in quanto tale, ma anche la mentalitá mafiosa che invece purtroppo riguarda una fetta molto piú ampia della popolazione.  

    
     
   

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